
Se un nemico si presenta alla porta di una casa in un villaggio afgano e chiede ospitalità, viene accolto senza riserve e trattato come un ospite di riguardo. Anche per questo le foto di queste pagine hanno un alto valore simbolico: al momento di scrivere sono poco più di cento i profughi afgani accolti nelle strutture del nostro territorio. Un dovere, quello dell’accoglienza, che riduce solo in parte l’amarezza per la conclusione della missione Nato e non attenua assolutamente il timore per quanti, invece, da quella terra, non sono riusciti a fuggire. Terminata la prima fase dell’evacuazione, quella dei cittadini occidentali e dei più diretti collaboratori afgani, ora è iniziata la fase più critica e dalla mille implicazioni. Sul piano emotivo, ma anche pratico, il problema maggiore è quello della tutela dei diritti delle donne, delle bambine e dei bambini, in generale delle persone che aspirano a una vita fatta anche di opportunità: di lavorare, di studiare, di sposarsi per amore, di ascoltare musica…e potremmo proseguire nell’elencare situazioni per noi assolutamente normali, ma che per le donne e i giovani afgani rappresentano invece conquiste preziose che ora sembrano perdute per sempre. Queste persone guardano all’occidente oggi con delusione profonda, ma anche e ancora con speranza. Non sanno, forse, che invece dovrebbe essere l’occidente a sperare in loro, nella loro capacità di resistenza e, speriamo, di riscatto. Dovremmo essere noi a sperare che la voglia di studiare delle ragazze e di vivere liberi di tutti, possano diventare il primo fondamentale argine a quello che si sta di nuovo preparando in Afghanistan. Un intero paese aperto ai terroristi, perché questo avverrà, e ai trafficanti di droga, perché questo già avviene. Terrorismo e un fiume di droga, un pericolo mortale per l’occidente, in mano a un gruppo armato, i Talebani, che non pare assolutamente in grado di governare un paese moderno. Anche il loro ispirarsi continuamente a un passato oscuro, da imporre di nuovo, ha questo significato, quello dell’incapacità di gestire il presente, tanto meno il futuro. Ci sono ovviamente anche altre implicazioni, a partire dall’influenza russa o cinese in quell’area. Per questo è importante che l’occidente non lasci cadere l’attenzione intorno alla condizione afgana e, soprattutto, che non abbandoni quelle popolazioni alla loro fiducia tradita.
