CARI AMICI MIEI…  

IL SAPORE DELLA LIBERTÀ IL GUSTO DELLA COMPAGNIA

Le anatre di Giuliano hanno il privilegio di poter nuotare in Secchia, ma amano vivere nella fattoria insieme agli altri animali

Di Elena Benassi

Via dei Moli, a Sassuolo, non è solo la strada che conduce al fiume Secchia e al suo percorso ciclabile e pedonale. È anche la via d'accesso a un variegato mondo, ricco di natura, in cui vivono e convivono animali diversi: da un lato i gatti delle colonie feline, dall'altro i cani del centro di educazione cinofila, in mezzo le anatre, le nutrie e le tartarughe che hanno preso dimora in uno specchio d'acqua a due passi dal fiume. Un piccolo microcosmo, lontano ma non troppo dalla frenesia cittadina, talmente apprezzato dagli umani frequentatori, tanto da voler “tenere alla larga” chi ad esso si avvicina con intenzioni non del tutto chiare.
Giuliano poteva apparire come uno di questi: un signore vicino alla settantina (e non conosciuto da chi abitualmente frequenta gli orti per anziani) che, diverse volte a settimana, parcheggiava il furgone nel grande piazzale e, con un piccolo trasportino rosa in mano, si avviava a piedi verso il ponte sul fiume. Passi la prima volta, passi (forse) anche la seconda ... ma già alla terza c'era chi, probabilmente, annotava targa e marca del veicolo. Qualcuno, più coraggioso, magari lo aveva pure pedinato sino alla meta finale: il greto del fiume Secchia. Gelo. Che cosa ci andava a fare? Che cosa conteneva quella gabbietta rosa?

Dentro s'intravedeva qualcosa di vivo...gatti forse? E via, con gli interrogativi a non finire. Ma a Sassuolo, dove in seno alla polizia locale è sorto diversi anni fa il primo nucleo operativo italiano dedicato proprio alla tutela e al benessere animale, gli agenti non ci hanno messo molto ad intervenire. E a svelare il “mistero”.
Giuliano di cognome fa Agrari e a Casinalbo, dove tutti lo conoscono per via del suo storico negozio di fotografia, gestisce una sorta di “piccola fattoria” in cui vivono diversi animali. I recinti e la stalla li ha sistemati lui col tempo, dopo aver preso in affitto un terreno da Ivo Piombini (proprietario della Cà Del Rio). In un grande spazio verde vivono oggi tre asini, cinque oche, due galletti, una tartaruga...E le due anatre germanate che, diverse volte a settimana, al sicuro nel loro trasportino rosa, vengono condotte a “sgambare” nelle acque del fiume! Pennuti fortunati, decisamente. “Mi piaceva l'idea di far provare loro una nuova esperienza” ci ha raccontato. E le anatre sembrano proprio non disdegnare: si agitano appena riconoscono gli odori del percorso e, una volta in acqua, si muovono sul pelo dell’acqua lasciandosi cullare dalla corrente e tuffando il becco a caccia di alghe e sottili arbusti fluviali. Ogni volta uguale, ma con uno stupore che pare sempre rinnovarsi.

Lo stesso vale per Giuliano che alle anatre si è avvicinato solo ora. Il suo primo animale da compagnia, dopo essere rimasto "folgorato" a seguito di una visita a Montebaducco (la più grande azienda in Europa specializzata nell'allevamento asinino con sede a Quattro Castella, sulle colline reggiane) è stato un asino: aveva già 9 anni ed era destinato al macello. Oggi, dopo diversi anni insieme, Billy si comporta come farebbe un cagnolino: risponde ai richiami e, quasi senza riuscire a credere ai propri occhi, chi vi scrive l'ha visto compiere veri e propri esercizi di agility, tra cui salire e scendere da un tavolo, nella più completa naturalezza. "Non l'ho mai forzato - ci ha rivelato Giuliano - tutt'al più lo ricompensavo con un pezzo di carota. Diciamo che, giorno dopo giorno, abbiamo imparato a conoscerci e a fidarci l'uno dell'altro".
La stessa fiducia che ripongono in lui le ultime arrivate in fattoria, le oche. Anche a loro vorrebbe prima o poi far provare l'esperienza del fiume anche se, dato il numero e le dimensioni di questi animali, la faccenda si farebbe decisamente più complicata. "Non hanno un nome: sono semplicemente le mie "paperine"". Eppure sembrano comprendere benissimo quando è il loro "momento di gloria" davanti alla nostra macchina fotografica, pronta ad immortalare la scena. Le chiama a raccolta, apre le braccia simulando un aeroplano e si mette a correre nel grande prato. E loro dietro, zampettando velocemente, con le ali spiegate. Arriva e riparte, e loro ancora dietro in perfetto ordine. Da non credere! Eppure è sufficiente che lui le chiami: "Paperine andiamo!" per vederle corrergli incontro, probabilmente come farebbero rispondendo al richiamo della madre. Vero è che Giuliano le ha viste crescere, ma non sarebbe stata questa la risposta, in termini di risultati ottenuti, senza una componente fondamentale come il tempo che lui dedica ad ognuno di questi animali. "Vado da loro alla mattina e al pomeriggio e mi ci perdo per ore, tanto che a casa ormai si sono rassegnati. Ma il più delle volte porto con me anche il mio nipotino: gli animali li ama anche lui, ma voglio che impari a relazionarsi correttamente con loro. Un segreto non c'è, se non quello di trascorrere tempo a osservarli, imparare a conoscerli, stare a contatto con loro, condividendo insieme piccoli ma costanti "rituali" quotidiani: solo così s'instaura la fiducia e gli animali capiscono che non devono avere paura".
Quando parla delle creature di cui si occupa, Giuliano è un fiume in piena. Ne va orgoglioso, si percepisce l'amore che prova nei confronti di tutti questi suoi "compagni di vita". "Venire qui e stare in mezzo a loro è qualcosa di impagabile. Sono un uomo fortunato" ci rivela prima di salutarci e correre via, verso i recinti. Il lavoro chiama. E ora, che è appena andato in pensione, ancora di più.