È uno dei più famosi presepi permanenti, si trova in Duomo a Modena e risale al 1527. È forse il presepe più amato dai modenesi. Viene esposto permanentemente in una nicchia della navata di destra del Duomo di Modena. Datato 1527, è opera dello scultore modenese Antonio Begarelli, lo stesso autore del famoso “Compianto su Cristo morto” esposto nella Chiesa di Sant’Agostino e della Deposizione dalla croce che si trova nella Chiesa di San Francesco, opera considerata il suo capolavoro. La finezza delle figure suggerisce un immediato rimando all’arte classica: il presepe nella grotta conta su otto pastori, la Sacra Famiglia, il bue e l’asinello. Fino al 1976 tutte le statue erano dipinte di bianco, quasi a sembrare di marmo.
In realtà, sulla base di documenti raccolti nell’archivio storico del Comune, sembra che la verniciatura fosse un’idea del committente, mentre l’autore originariamente aveva pensato al gruppo della Natività nel colore naturale della terracotta, così come è stato riportato dopo il restauro.
È uno dei più famosi presepi permanenti, si trova in Duomo a Modena e risale al 1527. È forse il presepe più amato dai modenesi. Viene esposto permanentemente in una nicchia della navata di destra del Duomo di Modena. Datato 1527, è opera dello scultore modenese Antonio Begarelli, lo stesso autore del famoso “Compianto su Cristo morto” esposto nella Chiesa di Sant’Agostino e della Deposizione dalla croce che si trova nella Chiesa di San Francesco, opera considerata il suo capolavoro. La finezza delle figure suggerisce un immediato rimando all’arte classica: il presepe nella grotta conta su otto pastori, la Sacra Famiglia, il bue e l’asinello. Fino al 1976 tutte le statue erano dipinte di bianco, quasi a sembrare di marmo.
In realtà, sulla base di documenti raccolti nell’archivio storico del Comune, sembra che la verniciatura fosse un’idea del committente, mentre l’autore originariamente aveva pensato al gruppo della Natività nel colore naturale della terracotta, così come è stato riportato dopo il restauro.
Il più imponente è sicuramente quello realizzato da Raffaele Minutolo alla fine dell’800: su una superfificie di quasi venti metri quadrati viene ricreata in scala l’atmosfera notturna di piazza Grande a Modena. Il più prezioso è costituito da un nucleo di una settantina di statuette napoletane che vengono datate tra il ‘600 e il ‘700 e che la tradizione vuole appartenessero al grande presepe dei Duchi d’Este. Ma sono davvero tanti e originali i presepi dell’omonimo Museo allestito presso la chiesa parrocchiale di San Bartolomeo a Villanova, frazione di Modena. Il Museo aprì nell’ormai lontano 1972 grazie alla passione collezionistica dell’allora parroco don Sesto Serri. Da allora, il Museo ha continuamente arricchito la propria dotazione ed è diventato un punto di riferimento a livello nazionale per chi ama l’arte del presepe. Gli ultimi arrivati sono un presepe australiano, con le statuine a forma di canguro, due presepi africani e uno proveniente dalla Polonia. Già erano presenti presepi dal Madagascar, dal Messico e dal Perù costruiti con i materiali più disparati, da quelli più poveri a quelli più ricercati come il prezioso presepe in argento. A completare la collezione sulla Natività, in mostra anche una serie di antiche incisioni e una raccolta di icone russe e greche. Il Museo dei presepi di Villanova situato in via di Villanova 692, nelle festività 2019/2020, è visitabile dal pubblico, nei pomeriggi delle domeniche e dei giorni festivi, da domenica 8 dicembre a domenica 12 gennaio, Natale, Santo Stefano, Primo dell’anno e giorno dell’Epifania compresi. L’apertura al pubblico è dalle ore 15.00 alle ore 18.30. L’ingresso è a offerta libera.
La macchina del tempo compare ogni anno, quasi per magia, a San Possidonio, nel parco della settecentesca Villa Varini, in via Malcantone. Bastano pochi passi e ci si ritrova catapultati all’indietro di un secolo, ai tempi dei nostri nonni e bisnonni, quando la vita era più semplice e scandita dai ritmi dei campi. Perché proprio qui, un gruppo di volontari del locale circolo Anspi-Amici del Presepe, allestisce dal 1985, in un’area di circa due mila metri quadrati, il grande presepe della civiltà contadina, una fedele ricostruzione a grandezza naturale dell’ambiente agreste e artigianale del ‘900, in cui ogni anno rivive la Natività. Un’iniziativa unica per il territorio e che richiama 10/15mila visitatori da tutta la provincia e non solo. Perché nel grande presepio di San Possidonio ci sono anche animali veri e tanti personaggi meccanizzati a grandezza naturale, oltre a una ventina di strutture. E così troviamo il mulino con tanto di ruscello, la cantina con il contadino che imbottiglia, l’abitazione dove la donna setaccia la farina, la contadina che gira la polenta, l’arrotino al lavoro e così via. Una sorprendente galleria di figure che si muovono, da lasciare a bocca aperta. «Ogni anni viene aggiunto un personaggio meccanizzato nuovo – spiega Remo Zona, uno dei volontari del circolo – una operazione complessa che richiede un grande lavoro». La realizzazione del presepe inizia in novembre grazie al coinvolgimento di tanti volontari. Per circa tre anni il presepe di San Possidonio non è stato realizzato per consentire l’introduzione di rinnovate strutture mobili. Per il Natale 2019, in seguito ai lavori post terremoto di Villa Varini, l’area di estensione del presepe sarà meno ampia. Ma questo non comprometterà in alcun modo la magia senza tempo del grande presepe che, come da tradizione, sarà uffificialmente inaugurato la notte del 24 dicembre, dopo la messa di mezzanotte con la deposizione di Gesù Bambino nella capanna. Orari di apertura dal 25 dicembre 2019 al 6 gennaio 2020: festivi e prefestivi dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18; feriali dalle 10.30 alle 12 e dalle 15.30 alle 17. Per informazioni: 320/0780856.
Unico, inconsueto e di grande impatto emozionale. Parliamo del Museo del Presepe Etnico, una ricca esposizione di 2000 rappresentazioni della natività provenienti da tutto il mondo e allestita a Spezzano di Fiorano in via Pio Donati, 26. La collezione è nata dalla volontà di Ferruccio Giuliani, imprenditore della ceramica, scomparso recentemente, e benefattore del territorio del Distretto Ceramico, con le sue settimanali distribuzioni di generi alimentari alle famiglie bisognose tramite l’associazione Terraenovae. Giuliani, considerato uno di maggiori collezionisti di presepi al mondo, ha iniziato nel 2005 ad acquistare i primi pezzi riempiendo rapidamente un capannone di 400 metri quadrati. Sono raffifigurati personaggi, situazioni e ambienti in diversi paesi e città del mondo, offrendo un quadro artistico completo della tradizione
presepista intercontinentale. Numerosi presepi sono stati esposti in mostre e manifestazioni in diverse città italiane. A Lendinara di Rovigo, all’interno di una villa veneziana del 1700, sono esposti in pianta stabile 150 presepi del Museo di Spezzano diventati meta di 20.000 visitatori ogni anno da tutta Italia. Il Museo del Presepe Etnico di Spezzano si trova a Spezzano ed è visitabile per tutto il periodo natalizio a ingresso gratuito.
Ce ne sono di piccolissimi, che stanno tutti nella lanterna di fronte alla porta d’ingresso; ce ne sono di molto grandi, come i pinguini che pattinano su una pista di ghiaccio che occupa tutto il cortile dell’abitazione. Anche quest’anno Montalbano di Zocca, per un mese, da domenica 8 dicembre a martedì 7 gennaio, vestirà le proprie stradine e l’esterno delle proprie abitazioni di decine di presepi di tutte le dimensioni e
fattezze. Saranno ben 70 i presepi in mostra, frutto del lavoro, durante l’anno, di tutta la comunità di Montalbano, composta ormai solo da una ventina di residenti. Le belle case in pietra antica ristrutturate, addossate l’una alle altre, sulla vetta del piccolo cocuzzolo, racchiudono nelle stradine interne questa sorprendente collezione. C’è chi ha fatto il proprio presepe lavorando i personaggi all’uncinetto, chi ha tirato fuori dalla cantina vecchi bauli da viaggio, chi ancora ha pensato di dare nuova vita alle damigiane vuote. Tra i più apprezzati dai visitatori segnaliamo il presepe “alpino”, sistemato sul fianco scosceso di un’abitazione con i personaggi del presepe, tutti rigorosamente con il cappello da alpino, che si arrampicano gioiosamente lungo la parete. Anche il presepe dei pinguini (tutti i personaggi sono uccelli antartici) riscuote un grande successo, soprattutto tra i visitatori più piccoli. Per vedere i presepi basta recarsi a Montalbano, la frazione a pochi chilometri da Zocca, e passeggiare per le vie del borgo. Se ci andate nel pomeriggio dei giorni festivi vi verrà anche offerto il vin brulè. Una magia antica che incanta e stupisce.
Ha trent’anni, ma non è mai uguale a sé stesso: il tradizionale “presepe meccanico” di Piumazzo torna, anche per queste Festività, ma con una veste rinnovata. Il bambinello – ci spiega Fausto Negrini, il tecnico costruttore – contiene ben tre motorini che gli consentono movimenti multipli e sincronizzati. Gira la testa, si sporge verso la madre, alza le braccia. Sono oltre un centinaio le statue del grande presepe meccanico di Piumazzo che hanno capacità di movimento e animano un villaggio dalle reminiscenze padane. Il presepe occupa circa 40 metri quadrati: il visitatore può seguire le vicende dei personaggi nel corso dell’intera giornata, grazie a un sapiente gioco di luci che accompagna la vita del borgo dall’alba a notte inoltrata. Al sorgere del sole è il canto del gallo che dà la sveglia alla comunità, mentre di notte risuona il pianto di Gesù bambino che ha diffificoltà ad addormentarsi. Sempre molto apprezzato il movimento dell’acqua con un fifiume, la ruota di un mulino che gira, la cascata, il laghetto e le fontane: il tutto azionato da otto pompe idrauliche. Tra le novità di questa edizione, una nuova imponente cascata che azionerà una ruota idraulica per portare acqua all’abbeveratoio delle pecore.
Il presepe di Piumazzo, frazione di Castelfranco Emilia, è ospitato nell’oratorio della locale Chiesa parrocchiale. Sarà aperto al pubblico da domenica 22 dicembre 2019 a domenica 12 gennaio 2020. Nei giorni festivi è visitabile il mattino dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e il pomeriggio dalle ore 14.30 alle ore 19.00. Nei giorni feriali, invece, sarà aperto al pubblico solo il pomeriggio dalle ore 15.00 alle ore 18.00.